L’ineludibile necessità di un ” Codice Rosso Militare ” a tutela delle donne nelle FF.AA.

Condividi questo articolo

Facebook
Twitter
LinkedIn
Telegram
WhatsApp

Oggi 25 Novembre è la giornata internazionale per ” la violenza contro le donne”: è dato statistico riportato dai giornali di un ” femminicidio” ogni 72 ore.

Il Codice penale militare del 1941 deve ormai adeguarsi non essendoci in esso fattispecie di reato corrispondenti a quelle di violenza privata, violenza sessuale e atti persecutori previste dal Codice Penale comune.

Invero sono in corso dei lavori parlamentari ( DDL nr. 1193, DDL nr. 1478 ) presso le Commissioni Riunite Giustizia e Difesa del Senato che costituisce un buon punto di partenza; l’ultima giornata dei lavori è stata lo scorso 21.11.2021.

Si tratta di introdurre quali reati militari le fattispecie di violenza privata, violenza sessuale ed atti persecutori militari in grado di ricomprendere fattispecie tra lo stalking, la violenza pura, il ” nonnismo”, gli eccessi di goliardia ed il c.d. mobbing.

Tutte queste fattispecie – in ragione della gravità degli interessi lesi – saranno procedibili di ufficio essendo per altro auspicabile , per i reati a sfondo ” sessuale”, una fattispecie meno grave di ” molestie sessuali” procedibile a richiesta del Comandante di Corpo per tutte quelle condotte integranti “ingiuria ” o denigrazione a sfondo sessuale.

E’ un inizio per tracciare un ” Codice Rosso” militare . Mi sembra un’occasione da non perdere per la nostra democrazia, per l’avanzamento dei diritti civili nelle Forze Armate e per l’efficiente e più attuale impiego dei Tribunali Militari.